Procreazione Medicalmente assistita e COVID-19

Attualmente non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino un rischio di trasmissione dell’infezione da SARS-Cov-2 attraverso le pratiche di PMA.

Ci sono alcuni primi dati sui rischi di donne Covid-19 positive durante il terzo trimestre di gravidanza (aumentato rischio di parto prematuro, ritardi nello sviluppo del feto, mortalità perinatale), ma non si conoscono gli effetti del virus sulle prime fasi della gravidanza. 

In seguito alla riorganizzazione delle strutture ospedaliere per il contenimento della pandemia da SARS-Cov-2, le indicazioni del Ministero della Salute hanno riprogrammato le attività differibili in ambito ospedaliero e ambulatoriale, pertanto tutte le attività ritenute non urgenti, tra cui quelle dei centri PMA, sono state sospese. 

Il 5 Maggio 2020 è stata pubblicata una nota tecnica del Registro Nazionale PMA dell’Istituto Superiore di Sanità per la ripresa in sicurezza dei trattamenti. In base alle linee guida delle società scientifiche nazionali ed internazionali, sono state fornite le indicazioni per riprendere gradualmente e in sicurezza le attività dei centri PMA.

Le prestazioni urgenti sono garantite: rimangono attive infatti tutte le procedure di crioconservazione dei gameti finalizzate alla preservazione della fertilità in soggetti oncologici e in pazienti destinati a terapia gonadotossiche, ad esclusione solo dei soggetti con grave sintomatologia in atto.

Riprendono anche i trattamenti di PMA, con o senza donazione di gameti, che erano stati temporaneamente sospesi e i nuovi trattamenti, dando priorità alle coppie che per età o condizioni cliniche particolari erano classificate come livello di urgenza.

Per quanto riguarda la donazione di gameti, in caso di donazione di gameti sovrannumerari sarà necessario eseguire un tampone nasofaringeo per la ricerca di SARS-Cov-2, oltre ad accurata valutazione clinico-anamnestica, al momento della raccolta/prelievo.

In ogni caso, i gameti donati in questo periodo saranno crioconservati ma al momento non utilizzati, in attesa di conferma clinica e di laboratorio della negatività del tampone del donatore/donatrice dopo 14 giorni dal prelievo. Tutti i donatori saranno sottoposti a tampone nasofaringeo 72 ore prima del prelievo ovocitario o raccolta del liquido seminale.

In caso di risultato positivo i gameti non potranno essere utilizzati. Per quanto riguarda infine le importazioni di gameti da donazioni effettuate in altri Paesi, i centri PMA dovranno acquisire, per le donazioni effettuate dopo il 31 Dicembre 2019, una dichiarazione supplementare del centro estero che attesti che i donatori sono stati testati per il rischio di infezione da SARS-Cov-2 e ritenuti non a rischio. 

Fonti

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-gravidanza-parto-allattamento-pma-survey

https://sigo.it